La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale è una tipologia di psicoterapia che si basa sul presupposto che vi sia una stretta relazione tra pensieri – emozioni – comportamenti. Cioè, le nostre reazioni emotive e i nostri comportamenti sarebbero determinate dal modo in cui interpretiamo le varie situazioni, cioè dai pensieri con cui ci spieghiamo ciò che ci accade, dal significato che diamo agli eventi. Ad esempio, due studenti affrontano un esame, studiano sempre insieme e la preparazione è la stessa. Entrambi lo superano a pieni voti, ma uno pensa: “sono stato veramente bravo”; mentre l’altro pensa: “stavolta sono stato davvero fortunato”. Come mai? Perchè ognuno dei due interpreta l’evento sulla base di uno schema personale che si è andato costruendo attraverso le sue esperienze di vita e a seconda dell’ambiente in cui è cresciuto. Il primo studente ha uno schema basato su un’idea di sé positiva: ha passato l’esame perché è stato bravo. Il secondo ha uno schema basato su un’idea di sé meno positiva: ha passato l’esame solo perché è stato fortunato. Ecco perché, di fronte allo stesso identico evento, due persone possono reagire in modo completamente diverso: perché l’evento viene “decodificato”, cioè letto ed interpretato, sulla base di “schemi” pre-esistenti nella persona.
Alcune volte, come in questo caso, i pensieri che abbiamo su noi stessi, sugli altri o sul mondo possono essere disfunzionali, cioè possono distorcere la realtà delle cose e generare pensieri automatici negativi che producono sofferenza. In alcuni casi, quindi, il pensiero distorto può portare alla creazione ed al mantenimento di circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo. Ad esempio, il primo studente, forte di un’idea positiva di sé, probabilmente farà scelte più coraggiose ed ambiziose nella sua vita, perché ritiene di essere “bravo”. Il secondo, invece, in funzione della sua credenza di non essere bravo, ma di dover contare sulla fortuna, sicuramente farà scelte meno ambiziose: nel lavoro, nella vita affettiva, in ogni ambito… e le conseguenze possono essere ancora più profonde: una persona con depressione può pensare di sé “Sono un fallito!” (pensiero) e provare uno stato di tristezza (emozione); poi a sua volta, la tristezza potrebbe portare all’apatia e alla passività (comportamento), che possono essere interpretate dal soggetto come un’ulteriore prova del proprio fallimento personale. Ed ecco il circolo vizioso che si chiude.
Secondo l’approccio Cognitivo-Comportamentale, quindi, i problemi emotivi sono in gran parte il prodotto di queste credenze disfunzionali che si mantengono forti nel tempo, nonostante la sofferenza che causano al paziente: lo studente non sarà di certo felice di vivere una intera vita pensando di essere un fallito, ma probabilmente continuerà ad esserne convinto ed a provarlo a se stesso, nonostante le possibilità ed opportunità di cambiare questa convinzione.
Questi pensieri, in terapia Cognitivo-Comportamentale, vengono detti pensieri automatici negativi ed è proprio su questi che interviene questo tipo di terapia, così come sulle convinzioni e sugli schemi cognitivi disfunzionali, al fine di interrompere i circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo e cercando le condizioni per risolvere il problema.
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale è, quindi, una terapia orientata allo scopo (ed ai sintomi). Dopo la prima fase di valutazione diagnostica, terapeuta e paziente definiscono insieme quali sono gli obiettivi della terapia e periodicamente verificano i progressi fatti rispetto agli scopi prefissati (anche attraverso test). Questo tipo di Psicoterapia si propone di aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali. Bersaglio della psicoterapia cognitiva comportamentale sono, quindi, le modalità tipiche di pensare e agire, con lo scopo di individuarli e modificarli.
Il paziente viene chiamato ad agire attivamente nel corso della terapia, ad esempio identificando i propri pensieri ed emozioni. Viene stimolato a formulare pensieri e credenze alternative ed a sperimentandosi in comportamenti differenti attraverso la prescrizione di “compiti a casa”.
La psicoterapia Cognitivo-Comportamentale lavora quindi sul presente, sul “qui ed ora”, tuttavia, diversi “sotto-modelli” e teorie all’interno del gruppo delle psicoterapie Cognitivo-Comportamentali, considerano importante anche l’indagine del cosiddetto “passato” per comprendere in che modo il paziente ha co-costruito e in qualche misura “appreso” questi schemi, le credenze su di sé, sugli altri e sul mondo che oggi determinano così fortemente la sua vita.