Cosa è normale e cosa patologico? Un mafioso che uccide il suo capo per prendere il suo posto difficilmente sarà ritenuto un pazzo, mentre una persona che ne uccide un’altra pensando di compiere un rito propiziatorio per una divinità sacra, sarà ritenuta di certo pazza, ma solo nella nostra società, non certo nelle vecchie tribù degli Atzechi dove i sacrifici umani erano del tutto normali. Come si evince chiaramente da questi esempi la devianza è qualcosa di relativo ed è la società a definirne i confini. L’omosessualità, ad esempio, è stata considerata un disturbo mentale nelle prime 4 edizioni del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nella quinta edizione, invece, uscita in Italia lo scorso maggio 2014 ed in America l’anno precedente, non è più considerata tale.
Dunque, i confini della malattia mentale sono talvolta soggettivi e condizionati dall’evoluzione della specie, dalle pressioni ambientali e dalla tolleranza della società rispetto a comportamenti di “devianza”. Per questo, anche il metro con cui si valutano alcuni tipi di comportamento come possibili sintomi di una malattia mentale è cambiato nel corso del tempo.
Per quanto riguarda il ruolo dello Psicologo, lo Psicologo non è un medico, non può prescrivere esami o farmaci e, di conseguenza, non “cura” niente. Lo Psicologo è, per definizione, uno studioso, esperto di psicologia, che comprende il carattere delle persone e sa rapportarsi ad esse con sensibilità. È abilitato a svolgere attività di prevenzione, diagnosi, sostegno Psicologico, ma non la Psicoterapia (leggi per approfondire). Se e solo se è anche Specializzato in Psicoterapia (cioè ha studiato altri 4 anni dopo il conseguimento della laurea), può svolgere anche attività di cura attraverso gli strumenti e le tecniche terapeutiche proprie della Psicoterapia, cioè il colloquio clinico, ma mai con la prescrizione di farmaci.
E questa Psicoterapia cosa sarebbe? Si tratta di un percorso più o meno lungo, basato sul colloquio. Il paziente viene aiutato ad attuare una profonda riflessione su di sè e a mettersi in discussione con lo scopo di raggiungere una consapevolezza di sè più completa. Obiettivo di una Psicoterapia, dunque, non è dichiarare una persona matta oppure no, ma operare un cambiamento, che si concretizza con il raggiungimento di uno stato maggiore di benessere, un miglior equilibrio psichico personale e relazionale. Il cambiamento, non va inteso necessariamente come risoluzione dei problemi di vita quotidiana, che purtroppo possono restare presenti (ad esempio, se c’è una malattia fisica, questa resterà presente), ma come acquisizione e attivazione di nuove risorse e strumenti, per affrontare problematiche passate, presenti o future.
Dunque, come si fa a dire che si è matti se si va da uno Psicologo per capire la natura delle proprie difficoltà e modificare alcuni vissuti o comportamenti? O se semplicemente si sta passando un periodo difficile, un momento critico, una relazione complicata e si cerca un aiuto per tirare fuori le proprie risorse o si cercano nuovi strumenti per affrontare positivamente una situazione difficile? Questo luogo comune non ha senso, ed ora spero sia chiaro il perché. Lo Psicoterapeuta ci aiuterà prima a contestualizzare e a capire, poi ci guiderà verso il cambiamento per riacquistare l’equilibrio e la serenità di cui abbiamo bisogno. Per sapere cosa succede nella stanza dello psicologo rimando a quest’altro articolo: Cosa si fa dallo Psicologo? Come si svolge una seduta dallo Psicologo?